EDIFICIO

L’inizio dell’edificazione del palazzo risale al 1650. Le caratteristiche della tecnica architettonica e costruttiva del periodo sono l’adozione e la disposizione delle pietre  nei muri portanti , così come l’utilizzo dei mattoni pieni, manufatti, per le volte e parte dei restanti muri. Il tutto ben visibile nei piani sotterranei dello stabile, dove permangono ancora più vasche in mattoni che venivano usate per varie produzioni, in particolare la concia delle pelli.  Alla fine del ‘700 l’intera area cittadina era infatti dedicata alla lavorazione del cuoio, uso comune a quasi tutti gli edifici di “Via della Valle”, poi diventato “Corso Statuto”. L’acqua necessaria veniva convogliata nel canale ancora esistente, che corre sotto la strada, con inizio dall’attuale “ponte della Madonnina”. L’acqua confluiva in una serie di vasche degradanti, alcune ancora visibili nel piano seminterrato dell’edificio,per poi defluire nuovamente nel fiume Ellero .

Nel corso del 1700 inizia la sopraelevazione fino agli attuali 5 piani. L’impronta è sempre medievale con volte a crociera e a botte.

 La facciata principale nasce in stile classico, con colore rosso acceso, simile all’attuale . Subisce poi un ritocco dal classico al Liberty, seguendo il periodo architettonico di inizio ‘900.  Anche nei colori : nel 1904 la Commissione d’ornato del Comune di Mondovì  approva il colore verde chiaro richiesto dal proprietario pro tempore Felice Danna .

Caratteristici gli altorilievi in pietra al piano primo, raffiguranti due “mascheroni” medievali  a segnare e proteggere gli ingressi principali. Si notino altresì gli altorilievi, sempre in pietra, a bordo di ogni finestra, raffiguranti frutti delle varie stagioni. 

Nel corso del  1700 vengono iniziati ed edificati gli altri due corpi di fabbrica retrostanti all’edificio principale: un fabbricato di tre piani fuori terra e un fabbricato di soli due piani fuori terra. Entrambi questi edifici, sia nei criteri costruttivi che nella facciata sono di impronta classica, tuttora mantenuta . Con queste seconde edificazioni viene così creato il vero e proprio “cuore”  del complesso edilizio, con la formazione di un cortile interno che a tutt’oggi è riferimento dell’intera costruzione. 

         UTILIZZO NEL TEMPO

Per più di un secolo la destinazione d’uso del  fabbricato è  stata quella di industria di conceria delle pelli nei due piani del cortile interno e della strada comunale. In particolare, al piano cortile si svolgeva la produzione materiale ,mentre il piano terreno conteneva gli uffici amministrativi.  I piani soprastanti erano già a destinazione d’uso abitativo.

Nel corso dell’ottocento, a seguito della grave crisi di tutto il settore industriale conciario cittadino, ha luogo una riconversione dell’uso da “misto industriale-residenziale ” a ” misto commerciale -residenziale. La tendenza dell’intera area al passaggio da area industriale ad area commerciale-terziario-residenziale è anche conseguenza dello spostamento  del Comune di Mondovì dal Rione Piazza al Rione Breo.  Hanno quindi luogo, in adiacenza al Palazzo Danna, gli insediamenti del Municipio di Mondovì e della Caserma dei Carabinieri  (attuali Scuole Trigari). Anche le Poste Italiane aprono gli uffici nell’area.

La destinazione commerciale dei due piani (piano cortile e piano terreno) creatasi  è quella di uso “Hotellerie”. Nasce l’ “Auberge de la Poste”, che per decenni dà riferimento ai viaggiatori di ogni tipo. Il piano cortile fungeva da rimessa per cavalli-carrozze, manutenzioni e per le cucine. Il piano terreno era per le sale da pranzo e le camere per gli ospiti. Molto apprezzato  , diviene il  Circolo Ufficiali del Regio Esercito durante e dopo la I Guerra Mondiale .

La gestione dell’attività alberghiera viene condotta da diverse famiglie di imprenditori alberghieri, che si succedono nel tempo fino agli anni ’70  (1970-1971 ), quando si conclude l’esperienza alberghiera dello stabile. “Auberge de la Poste” era  nel contempo diventato “Albergo della Posta “, a seguito del Ventennio (1920/1940) in cui vigeva l’obbligo delle traslazioni  in italiano .

 

                  LA FAMIGLIA

La famiglia Danna è di origine di Monastero Vasco.  Edifica il palazzo Danna in Mondovì su terreni già di proprietà della stessa nella seconda metà del 600.   Ad inizio 1700  Giovanni Danna si trasferisce a Savigliano come Protomedico delle reali carceri.  La famiglia viene in seguito insignita  del titolo di Conti di Usseglio, con  Signorato e Abilitazione. 

Nel  1750 circa il conte Michele  Giuseppe Danna acquista  , per circa 30 mila lire, parte degli edifici componenti il Monastero di Santa Monica, a Savigliano.  Nasce in tal modo , previo restauro e parte  di edificazione, il Palazzo Danna d’Usseglio in Savigliano . Le dimensioni  di cubatura sono maggiori del precedente in Mondovì . Lo stabile in Savigliano, poi divenuto orfanotrofio e convento, viene dopo  decenni ceduto nell’Ottocento in parte al Comune  e in parte alla Chiesa. Dei due stabili, di architettura iniziale identica, rimane alla famiglia  l’edificio in Mondovì.

 Approfondimenti Palazzo di Savigliano  sui siti :

Adeguamento sismico Palazzo Danna d’Usseglio -Savigliano

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GARGOYLES PALAZZO DANNA

Gli altorilievi e le statue del Palazzo Danna sono stati posizionati dal proprietario pro tempore Danna Giovanni nel 1850.  Si trattava di due altorilievi ben visibili da Corso Statuto, a tre metri di altezza, e di quattro statue posizionate sul tetto, ai quattro punti cardinali.

Sono Gargoyles, ovvero rappresentazioni gotiche di mostri e animali mitologici. A metà Ottocento il Gotico, già presente nel Lombardo Veneto (Duomo Milano), era comparso anche in Savoia, con derivazione francese (Louvre – Notre Dame).

I Gargoyles sul tetto rappresentavano i Grifoni, volti a Nord e Sud e le Chimere, volte a Oriente in attesa della Luce (sorgere del sole) e Ovest, nel Sonno (tramonto). Più arduo identificare meglio gli altorilievi sulla strada, con indubbia funzione di guardiani.

La funzione era duplice: proteggere l’edificio e le famiglie che li ospitano dalle forze malefiche esterne e simboleggiare il periodo fosco e cupo in cui di trova una città, preda della mala amministrazione, delle congiunture economiche, sociali e politiche sfavorevoli, delle pandemie e delle crisi endemiche, morali e patrimoniali.

Gli Altorilievi sono ancora ben conservati, le statue sul tetto sono state rimosse per essere restaurate.

I corsi e ricorsi storici sono frequenti. 

Visto l’attuale periodo cupo e fosco, di pandemie , di mala politica e amministrazione, di crisi economica cittadina e di molte famiglie concittadine, l’attuale proprietà di Palazzo Danna ben si propone di riposizionare sul tetto le statue mitologiche, perfetti simboli del periodo attuale.